The Dance of the Sweet Mother – Un viaggio nel funerale tradizionale di Benin City

Nel cuore della Nigeria, a Benin City, il funerale non è solo un momento di lutto, ma una celebrazione della vita, un rito che fonde musica, danza e spiritualità. Il cortometraggio “The Dance of the Sweet Mother”, diretto da Alberto Cicala (AIC-IMAGO) e prodotto da Butterfly Cinematografica per l’Associazione Mater Africa per la Cooperazione Internazionale ONLUS, cattura l’essenza di questa tradizione, trasportando lo spettatore in un mondo di emozioni e simbolismi.

Il rituale funerario: Un omaggio alla Vita

In molte comunità africane, il funerale è un evento che va oltre il dolore della perdita. È un rituale collettivo, un momento in cui la comunità si riunisce per onorare il defunto e accompagnarlo nel suo viaggio verso l’aldilà. A Benin City, questo passaggio è segnato da musica ritmica, danze ipnotiche e canti profondi, che trasformano il dolore in celebrazione.

Il cortometraggio segue il flusso di un funerale tipico, mostrando come la danza sia un elemento centrale del rito. I partecipanti, vestiti con abiti tradizionali dai colori vivaci, si muovono al ritmo dei tamburi, creando un’atmosfera di energia e spiritualità. Ogni gesto, ogni movimento, ha un significato preciso: un saluto, un ricordo, un tributo alla persona che ha lasciato il mondo terreno.

Un Momento Magico: La Neve dal Cielo

Uno degli istanti più emozionanti del documentario si verifica quando la bara bianca viene posata a terra e i familiari iniziano a danzare e a urlare dal pianto. In quel momento, dal cielo sembra scendere una neve leggera, un fenomeno inspiegabile che ha reso l’atmosfera ancora più intensa e surreale.

Mentre le riprese continuavano, la scena si trasformava in un quadro di pura emozione: il dolore e la celebrazione si fondevano in un unico flusso, e quella strana polvere bianca che cadeva dal cielo sembrava quasi un segno, un messaggio spirituale. Non so cosa fosse, ma è stato fantastico, un momento che ha reso il documentario ancora più potente e significativo.

La Musica e il Battito della Comunità

La colonna sonora del funerale è composta da strumenti tradizionali come il tamburo parlante, il gong e il xilofono africano, che scandiscono il ritmo della cerimonia. La musica non è solo un accompagnamento, ma un linguaggio che comunica emozioni e messaggi agli spiriti.

Nel cortometraggio, la presa diretta dell’audio permette di immergersi completamente nell’ambiente sonoro del funerale. Il suono dei tamburi, i canti lamentosi e le voci della comunità creano un’esperienza sensoriale intensa, che avvicina lo spettatore alla realtà di Benin City.

La Regia e la Fotografia di Alberto Cicala

Grazie alla regia di Alberto Cicala, il cortometraggio riesce a catturare la profondità emotiva del rito funerario. La fotografia, curata dallo stesso Cicala, enfatizza i dettagli: i volti segnati dall’emozione, i movimenti fluidi dei danzatori, la luce che filtra tra le stoffe colorate.

L’aiuto operatore alla videocamera era Osaro Ogbeven che ha seguito le riprese di Cicala durante tutto l’itinere. Il montaggio, curato da Alberto Cicala, dona al film un ritmo coinvolgente, alternando scene di danza a momenti di raccoglimento e preghiera.

Conclusione

“The Dance of the Sweet Mother” non è solo un cortometraggio, ma un documento culturale, un’opera che permette di esplorare una tradizione ricca di significato. Attraverso la musica, la danza e la spiritualità, il film racconta il modo in cui la comunità di Benin City celebra la vita anche nel momento della morte.

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